giovedì 27 giugno 2013

il viale dell'evoluzione

Ecco, non ho resistito, il parto è stato "fatale": ho ceduto alla classica passeggiata della domenica mattina al Viale della Vittoria.
Prima di partorire mi dicevo che mai e poi mai, tra l'altro non abito neanche in zona, avrei passeggiato per il viale, perchè ho sempre provato una gran tristezza portare i bambini in un viale col traffico su entrambi i lati...così come trovo triste far giocare i propri figli in piazza diaz su quella minicasetta e quelle due altalene.
Invece niente, ho ceduto, e mentre spingevo fiera la carrozzina, speravo di incontrare qualcuno che si conoscesse per mostrare il mio prodotto migliore...e lì ho capito! ho capito cosa spinge tutti quelli che passeggiano per il viale a farlo: sperano solo di incontrare qualcuno o di farsi vedere da qualcuno, perchè, a contrario dei finladesi, che ho scoperto essere di poche parole e solitari, l'italiano e, ancor più l'anconetano che fa tanto "el rustigo", cerca di socializzare e, anche se per parlare del nulla, deve interagire (forse perchè, una volta rientrato a casa, ha qualcosa di cui s-parlare con famigliari).

Andando ad analizzare i passeggiatori del viale ho scoperto che puoi trovarci un sunto delle età evolutive:
- iniziamo con le single di tutte le età,comprese quelle di 50 anni che si vestono da sportivissime amiche del fitness per passeggiare o correre lentamente in su e giù, sperando di incrociare il tenebroso in occhiali da sole che porta in giro il cane preso in prestito dalla nonna per sbeccare.

- a seguire, si trovano le giovani coppie con le donne incintissime che, mentre disquisiscono sul nome del nascituro, dispensano sorrisi ai passanti manco fossero william e kate d'inghilterra

- il terzo step è il mio: tutti devono vedere che ho partorito una creatura magnifica, e questo è molto facile, perchè la gente, in prossimità di neonati, si sente in diritto di darti del tu, farti i complimenti pure se hai partorito una scimmietta e infilare le mani nella carrozzina manco fosse un'acquasantiera la domenica in chiesa.

- si trova poi la famiglia del mulino bianco, queste coppie simil-felici, vestite come sulle pagine di "ippica o vela...basta che sia uno sport da ricchi", che lasciano sfrecciare i figli grandicelli in giro con biciclette, macchinine, tricicli e monopattini mentre parlano con gli amici, usando improbabili accenti milanesi. E' ovvio che la loro intenzione è di mostrare agli altri quanto sono fighi!

- eviterei di soffermarmi sugli uomini briatore, ultra 60enni che fanno colazione al bar leggendo il giornale e smicciando le signore che vanno a comprare le pastarelle da dietro l'occhiale a specchio.

- infine troviamo gli anziani, o meglio, le e i badanti degli anziani che portano i loro assistiti a stanziare sulle loro sedie a rotelle vicino alle panchine del viale, mentre loro parlano sedute con le amiche-colleghe.
Il particolare che mi è balzato subito agli occhi è che se le badanti sono dell'est europa (e quindi vestite e pettinate come le italiane degli anni '80) le vecchiette sono state truccate come una matriosca e vestite con la stola di pelliccia pure a maggio, mentre se il badante è sud americano il vecchietto passeggia sempre, anche se instabile, vestito con quei completi anni '20 come compay segundo.
In questo caso è una gara tra badanti a chi custodisce meglio i nostri "nonni".

Insomma, sto viale è una vetrina, la vetrina del riò de la fetina: provare per credere.


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