In generale non so quali siano i fattori che incidono sulla "creazione" di un rapporto di amicizia.
io non ritengo di essere una buona amica:
-telefono solo quando non ho altro da fare,e non per dedicarmi all'amico senza altre distrazioni, ma per passare il tempo quando sono sola
-quando mi raccontano un problema, va sicuro che dimentico di chiederne l'evoluzione i giorni successivi
-se mi viene raccontata una situazione grave non sono in grado di tenerla per me, ma mi devo "liberare" di questo peso, raccontandolo ad altre persone (anche disinteressate) come se, ognuno di loro si prendesse una parte della mia angoscia
-poi,nel momento in cui gli amici uomini mi raccontano le loro vicende amorose li ridicolizzo e non li prendo sul serio
Insomma sono una cinica egocentrica, ma di contro giudico molto poco,anche se ho un'idea di tutti quelli che conosco, ma non mi interessa come si comportano e cosa fanno,e, per educazione,chiedo sempre "come stai, come va" anche se non me ne frega niente, diventando così una buona confidente,a quanto pare.
ES1: rientro da lavoro dopo la frattura al coccige, e la collega di stanza mi chiede come sto, io "bene grazie", lei "anche mio marito dopo l'intervento all'ernia non ha più dolori alla schiena"; ok, forse mi ero dimenticata di questo piccolo intervento, forse te lo dovevo chiedere,ma forse non me ne frega niente e, se il tuo interesse era quello di parlarmi di tuo marito, fallo e basta, non c'è bisogno che la prendi alla larga chiedendomi del mio coccige e facendo un parallelo con un ernia (non c'entrano nulla uno con l'altro)!
ES2: altra collega,questa si schianta in casa e torna al lavoro con collarino, occhio nero da panda e lividi sparsi. Allora, non è che se ti chiedo come ti senti voglio sapere la moviola secondo per secondo, del tuo volo d'angelo sul gres, e poi, salutarmi tutti i giorni successivi con fare riconoscente per il mio interesse, come se fossi stata l'unica persona, dopo il 118 a chiederti "come ti senti?"
Che poi,per me, se sei in ufficio, cammini e parli=tutto ok,ti chiedo per mera educazione!
ES3: il mio capo, colui che decide se io devo stare in cassa integrazione o lavorare, ecco, da una persona così non ammetto confidenze,e invece, non so perchè, ispiro pure lui!
giorni fa entra nella mia stanza e dichiara di avere mal di testa,io gli offro un moment e lui non accetta dicendo che i suoi sono problemi di altra natura.
senza tanto ne quanto, penso che abbia dei "pensieri" e riprendo il lavoro.
tutt'un tratto lui riprende a parlare, e dice "soffro....- si sofferma a rifelttere un attimo per cercare il vocabolo giusto -.... di aerofagia".
ecco, ditemi voi cosa avrei dovuto dirgli? ho solo iniziato a chiedermi,mentre lui continuava il discorso su terapie e metodi per espellere l'aria devastando la mia psicologia,"ma te l'ho chiesto?ma perchè mi devi raccontare ste cose?forse l'aria che autoproduci ti sta appannando l'attività cerebrale?non ti puoi confidare con me!!!!ti ho solo chiesto se volevi un moment! "
sta di fatto, che ora,caro capo, tu ti sei liberato di un peso, ma l'hai scaricato su di me,una tua dipendente, che ogni volta che bussa per entrare nella tua stanza si chiede se dentro troverà l'aria un pò pesantina!!!!
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